Tra i personaggini e i personaggioni… non poteva mancare il narratore. Per tutto Veritate e gran parte di Iustitia ignoreremo il perché questo mancato soldato, convertitosi poi alle battaglie di inchiostro virtuale, abbia non solo deciso di raccontare le avventure e disavventure delle due personaggione (presentate qui) ma anche con dovizia di dettagli… Del resto, la verità è una sensazione, si dirà prima o poi, e la mia sensazione è che questo dialogo tra Henry e Shalmasaray Leiman, sua amica e collega, forse vi piacerà.
– Ehi! Il mio vecchio compagno di corso di giornalismo preferito! Come ti va? –
– Me la cavo – sospirai.
– Uhm, il tono è tutto un programma, tesoro. Senti, non avrai appeso la tastiera al chiodo definitivamente, vero? Ma perché poi hai smesso di scrivere? Non c’entrerà mica una donna? –
– Non ho smesso di scrivere, Sarah – ribattei un po’ piccato; la mia vecchia amica aveva il vizio, assai apprezzato nel nostro genere di carriera, di andare dritta al succo delle cose con la schiettezza e la simpatia di un piranha – Avevo solo deciso di servire il mio Paese, tutto qui –
– Uhm, sì come no. E guarda un po’ come ti ha ripagato il “Paese”: con un bel calcio in culo servito come dessert –
– Sarah, mi hai chiamato per gettare sale sulla ferita, che, dato il luogo anatomico, è già fastidiosa il doppio di una normale, di suo? – chiesi irritato.
– Oh, tesoro, non te la prendere, lo sai: il sarcasmo è l’ultima spiaggia dei sadici frustrati. Ma dopo che avrai sentito il resto, mi perdonerai volentieri, e scoprirai che oltre che sadica, so anche avere un buonissimo e generosissimo cuore. Allora, in che rapporti sei con la tastiera? –
– So ancora scrivere, credo –
– Confortante… tanto a quelli sai che gliene frega se sei un mancato Pulitzer, gli basta che tu sappia mettere un complemento in fila a un soggetto e un verbo, cercando di farli concordare alla meno peggio… –
– Definisci “quelli” – socchiusi gli occhi, interessato dalla piega che stava prendendo la conversazione; d’altro canto, dovevo saperlo: Shalmasarai Leiman non chiamava mai per sapere come stavi, e affossarti gratuitamente.
– Eccoti servito, Henry caro: la tua amica Leiman sta facendo carriera, e passa al settore televisivo… mi danno un programma tutto mio, ti rendi conto? Cazzo, non sto nella pelle: ho l’aereo da Delhi per Ithaca tra un paio di giorni, e devo ancora rifarmi il guardaroba! Dico: ti rendi conto? Coi tempi che corrono, con questi venti di guerra, una promozione ad Ithaca è tutto grasso che cola… –
– Mi rendo conto. Beh, congratulazioni – mi grattai il mento. Tipico di Shalmasarai: grandi introduzioni ad effetto per stordire l’interlocutore coi fuochi d’artificio, e prepararlo al climax della notizia vera e propria; il che da un lato faceva scena, con l’organizzatrice di eventi emotivi che si godeva la sua supremazia alla grande, e dall’altro serviva anche da cortina fumogena confondente per eventuali magagne nascoste nella “grande notizia”.
– Oh, grazie tesoro! Ma adesso apri bene le orecchie e stammi a sentire: al settore editoriale del Daily Indian, come dicevo, si sta liberando un posto. Posto che sarà già occupato da qualche altro tirapiedi arrivista che non vedeva l’ora di farmi le scarpe… ma a catena, i piccoli avvoltoi della carta stampata scaleranno la classifica, liberando gli ultimi posti della scala sociale editoriale, che, detto tra noi, sono anche i più succosi: quando sei agli inizi, nessuno si aspetta niente da te, hai tutto da guadagnare e anche se quelli non conoscono la differenza tra merda e diamanti, quando gli dai i diamanti, se sono diamanti che tirano, prima o poi se ne accorgono: mi spiego? –
– Diamanti e merda. Sì, tutto chiaro – finsi di comprendere il filo illogico del suo discorso.
– Benissimo. Il punto è che comunque al Daily Indian c’è aria di assunzioni, un po’ all’arrembaggio tra l’altro: capirai, servono corrispondenti di guerra come il pane in periodo di siccità, mi spiego? Ma non è di questo che ti devi preoccupare: quello è un lavoro per carne da macello che darei a chi mi sta proprio sulle palle. E tu non mi stai mica sulle palle, tesoro, mi spiego? Ecco, il fatto è questo: le storie sui turner, dalle ultime indagini di mercato, tirano di più del resto in questo periodo, e c’è una turner in particolare che ha fatto il boom di visualizzazioni in rete con un video… è una ricercata, una sudafricana… mi pare omicidio o terrorismo, o qualcosa del genere: ne hai sentito parlare? –
– Sì, credo di aver visto qualche notiziario sulla cosa. Credo si chiami Tyler, di Cape Town –
– Uhm, ne sai più di me allora – ridacchiò compiaciuta – Bravo, Henry, sempre sul pezzo: beh, per qualche motivo questa di Cape Town alla gente piace, e tu lo sai, la parola scritta va dove il vento del piacere del pubblico tira. Quindi al redattore serve qualcuno che si dedichi notte e giorno alle storie sui turner, e se becca qualcosa su questa in particolare, tanto di guadagnato. Naturalmente ho pensato a te, tesoro: un tempo te la cavavi assai bene con la tastiera, a quel che ricordo. Beh, ecco quel che devi fare: tira fuori il dattilografo ammuffito che è in te e accetta questo incarico… come dicevo, partirai dal basso, e senza molte garanzie, ma d’altronde è la posizione migliore per cominciare la tua piccola, instancabile, avida scalata alle vette, mi spiego? –
– Credo di sì – annuii, cominciando a comprendere il quadro della situazione – Ma non ho molte referenze –
– Ma allora non mi stai a sentire, bello! Ti ho detto che: uno, a quelli gliene frega poco quanto niente delle referenze, basta che sai scrivere in una lingua comprensibile dalle masse, vale a dire quella Comune. Due, vuoi una referenza più grossa della mia parola, vale a dire l’attuale numero uno del Daily Indian in partenza per Ithaca? Sei in una botte di ferro, tesoro, stammi dietro e stai attento solo a non ustionarti con gli augelli in fiamme del mio razzo: non so se mi spiego –
– Suppongo che la botte di ferro serva appunto a quello – risi tra me. Le metafore di Shalmasarai sono sempre state uno spasso, specie in diretta, quando cioè le concepiva e te le spiattellava nel discorso così, calde, appena sfornate da quel suo cervellino diabolico e instancabile.
– Ah, non fare a gara di sarcasmo con me, tesoro: lo sai che non ti conviene –
– Sarah, non mi permetterei mai di gareggiare in sarcasmo con te: ho ancora un bruciore da guinness, come hai elegantemente sottolineato poco fa, in quel mio nobile posto dove di norma non batte mai il sole –
– Ecco bravo. Allora, che te ne pare? Non è una notizia coi fiocchi? Voglio dire, basta che mi dici sì e sei praticamente assunto, non possono rifiutarmi un piacere del genere… e poi gli servi, cazzo. Dio, se serve un piccolo arrivista disperato come te e che sappia dare lezioni di stile a quegli sbarbatelli freschi di laurea che… sai quanto mi stanno sui coglioni –
– Sì, lo so, Sarah – sorrisi – Un tempo lo siamo stati anche noi –
– Vuoi scherzare? Noi non siamo mai stati dei viscidi saputelli pronti a prostituirsi idee e dignità per uno straccio di ego, che se la credono senza motivo! Un motivo ce l’avevamo eccome… la storia lo insegna, poi, no? Ma non tergiversare: insomma, ho pensato a te, tesoro, sapevo che lo zio Tom ti sbatteva fuori senza battere ciglio, e con ingiusta ignominia per giunta, così ho pensato che un bel cambiamento è quel che ti ci vuole. Mi spiego? Insomma, hai un talento, ed è già scandaloso che tu l’abbia messo da parte per far il soldatino allo sbaraglio al confine: ci servi. Allora, che mi dici? –
Per la cronaca, data la geografia mondiale attuale, lo zio Tom era ciò che un tempo per gli Stati Uniti era stato lo zio Sam.
– Che ti spieghi benissimo, e da una cronista in carriera come te non c’è da stupirsi. Generoso da parte tua pensare a me in un momento… discretamente difficile, per usare un eufemismo. E sarei addirittura commosso dall’opportunità che mi offri… se non fosse per un piccolo particolare. Turner, hai detto? –
– Sì, perché? –
– Beh… non sarebbe un tantino pericoloso? Insomma, dovrei andare a caccia di turner, o sbaglio? E quella Tyler, per di più: li ho sentiti i notiziari! Ha messo a ferro e fuoco un teatro non più tardi di due settimane fa! –
– Frena, frena, frena! – ridimensionò subito i miei allarmismi – Chi ha parlato di dar la caccia ai turner? Alle storie sui turner, semmai… e quanto a questa… come hai detto che si chiama? –
– Tyler –
– Ecco, questa Tyler, piazzati in un posticino strategico e cerca di scoprire se qualcuno l’ha vista o l’ha conosciuta, o ha assistito a qualche sua prodezza: capirai, anche se non è vero, un testimone oculare che non sta nella pelle per farsi bello con un cronista lo trovi sempre. L’importante è che siano credibili, intendiamoci. Naturalmente nessuno qui pretende che tu vada a infognarti in Africa, coi tempi che corrono adesso: stattene tranquillo nel Settore Arabico, cercati un bel punto strategico come dicevo, uno di quegli avamposti dove sbarcano di continuo profughi dall’Africa, e stai sicuro che prima o poi una bella storia la becchi… e anche se non la becchi, inventatela. Insomma, il talento non ti manca: dico bene? –
Tratto da Veritate
Altri personaggini e personaggioni li trovate qui:
In questo post ho elencato tutti i miei personaggi preferiti: https://wwayne.wordpress.com/2015/04/14/i-miei-personaggi-preferiti/. Che ne pensi?
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Ne conosco molti. Non sono esattamente i miei preferiti, alcuni, ma apprezzabili certamente 🙂 magari faccio un elenco anch’io 😉
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Non vedo l’ora di leggerlo! E per essere sicuro di non perdermi quel post, mi sono iscritto al tuo blog. 🙂 Grazie per la risposta! 🙂
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