Realizzare un sogno non è magia. E se avviene o non avviene, non è nemmeno fatalità. Credo nelle capacità del singolo individuo, tanto nel perseguire quel che vuole, quanto nel boicottarsi e impedirsi di raggiungerlo, se vince una volontà più grande e buia.
“Tra volontà cosciente e volontà inconscia, vince sempre l’inconscio“, disse una volta Fabio Guidi. La prima cosa che mi fu assolutamente chiara nel Lavoro su di sè, molti anni fa, e l’unica che spiega ogni cosa: perché falliamo continuamente, per dirne una.
Diverse settimane fa venni fuori con un post sull’abbondanza, e il dare, come presupposto per ricevere. E annunciai che era solo l’introduzione a un altro post, questo, su un’esperienza che mi è capitata di recente. Questo post parlerà di volontà, di boicottaggio, e di come il denaro sia uno specchio di queste due cose al giorno d’oggi.
Piccolo excursus sulla convenzione (illusoria) dei soldi
Prima di entrare nel vivo della faccenda, facciamo una piccola premessa. I soldi, quelli di carta, sono una specie di bugia, immagino lo sappiate: sono una convenzione. Per convenzione, noi ce li scambiamo, li accumuliamo, li perdiamo, ci scanniamo per essi, come se avessero valore; ciò che da loro valore è una massa di metallo depositata in un caveau, che ci promettono corrisponda ai pezzi di carta. Eppure, in molte occasioni documentate, questo metallo non ha corrisposto affatto alla promessa: molta di questa carta è stata stampata senza un corrispettivo. Ma abbiamo continuato ad accettare la convenzione lo stesso.
Sempre per convenzione, abbiamo accettato le oscillazioni di valore del metallo, e della sua carta rispettiva, accettando nei secoli anche le situazioni in cui, improvvisamente, da valere moltissimo, quella stessa carta non valeva nemmeno per pulircisi i piedi (le mie editor vogliono ripulisca il linguaggio, e ora mi viene di farlo anche sul blog. Ironia). Infine, per convenzione, si è scelto che tra tutti i metalli della crosta terrestre, quello deputato a svolgere questo ruolo fosse l’oro: poteva essere l’argento, oppure il piombo, o magari il mercurio. E invece no: oro. Lo accettiamo per fede da millenni.
Procediamo: per convenzione, è cosa acclarata che questi pezzi di carta che, per i motivi succitati, consideriamo di valore, dobbiamo impiegarli per avere qualunque cosa, anche il cibo, l’acqua, e un tetto sulla testa. Spenderli, cioè. E c’è una piccola condizione a clausola: te li devi sudare sì, ma non solo questo… devi proprio piegarti, accettare lavori inaccettabili, per ore inaccettabili, in condizioni inaccettabili… se vuoi guadagnarteli. Per di più, sappiamo sperperare bene il costo della schiavitù: compriamo cose che non ci servono per apparire persone che non siamo, direbbe Pepe Mujica. Col risultato che sappiamo bene come restare poveri e schiavi.
Il lavoro inteso com’è oggi, nel mondo occidentale, si fonda sul principio che pochi eletti, per convenzione, reggano i loro privilegi sulla schiavitù di tutti gli altri. È ovvio, è naturale: chi è schiavo dentro, lo è anche fuori. Niente di nuovo, né di particolarmente degno di indignazione. Le lobby, che non sono una mia invenzione, si reggono esattamente su questo giogo: altrimenti, per quale motivo esisterebbero tutti questi svaghi a buon mercato, dai social, alla pay tv per un’insalata al mese? Panem et circenses, da sempre per sempre.
Sempre per convenzione, oltre alla schiavitù quotidiana, per portare a casa il pezzo di pane e guardare in cagnesco il vicino che osa masticare un tozzo appena più grosso, per comprare una casa o avviare una qualche attività che ti faccia illudere di essere meno schiavo degli altri, devi fare la fila in banca. Per chiedere un prestito: soldi, altri pezzi di carta pardon, che dovrete restituire fino all’ultimo centesimo e con gli interessi, fissati da loro naturalmente. A chi credete che appartengano quei soldi? E cosa farà mai quella banca con quei pezzi di carta che restituirete?
Li re-investirà, ovvio. Fare soldi sui soldi, che ricordo sono una convenzione, è la trovata più geniale della storia. Specie considerato che i maggiori profitti deriveranno dal commercio di merci davvero redditizie: vaccini, magari; armi, sicuramente, mafie, governi, e altre simili amenità.
Quindi, è lecito supporre che un mutuo sovvenzioni l’economia globale di tanta brava gente.
Dall’individualismo più sfrenato all’economia solidale: fare soldi insieme. Senza le banche.
E veniamo a noi. Cosa potrebbe mai succedere se la gente cominciasse a creare una rete di mutuo soccorso, in cui ci si da una mano l’un l’altro, senza interpellare banche, e tanto meno i lobbisti di cui sopra?
Da questa idea nasce un movimento che ha preso vari nomi a seconda del luogo in cui si sviluppava.
Potrei dirvi della loro storia, che sono nati dal desiderio di emancipazione delle donne, potrei approfondire il loro significato… ma non mi interessa: potete scoprirlo da soli. Quel che non sapete è lo spirito che lo anima davvero, da chi lo vive dal di dentro. Ne esistono di diversi tipi, nel mondo, con diverse regole, e per completezza e sincerità devo anche dirvi che qualcuno, negli anni, ne ha approfittato accaparrandosi la struttura generale per profitto a discapito di altri: ma non è il nostro caso. Sempre per completezza, non è un sistema piramidale, e non è un genere di affiliate marketing: è una rete di microcredito basata sulla solidarietà, semplice.
Questo movimento si basa sul principio che “Se io aiuto gli altri, gli altri aiuteranno me“. È un sostegno reciproco, di reciproco vantaggio, che rivoluziona il senso stesso del denaro: non uno strumento di divisione e accumulo, ma di coesione, comunità e prosperità. Non: io mi arricchisco, a discapito degli altri; ma: noi ci arricchiamo tutti insieme.
Questione di valori
È una rete, dicevo: ci entri, se qualcuno che è già dentro te ne parla. Ma non è eterna: dopo un certo lasso di tempo, della durata di alcuni mesi, ne esci; il buffo è che a quel punto potresti anche ritirarti col bottino: eppure molti ci rientrano, ripetendo da capo il percorso. Volete sapere cosa mi ha spinto a parteciparvi? Questione di valori, questi:
- la FIDUCIA. Me ne avesse parlato chiunque altro al mondo, per come stavo messa mentalmente e finanziariamente due mesi fa, gli avrei detto “No grazie” alle prime sillabe. Ma non era chiunque: era mia sorella. No, non biologica; quella in spirito. Insieme ad altri miei fratelli, si è imbarcata in questa cosa, e me ne stava parlando non perché lei avesse bisogno di me, ma perché io avrei potuto aver bisogno di entrarci. Mi ha regalato un’opportunità, e mi ha mostrato a sua volta fiducia: non ne parli a chiunque. Inoltre, e questo è il fatto rilevante, questa sorella non è una comune persona: è una pignola attenta al dettaglio come pochi ne ho visti al mondo; non ho mai dubitato (e mai lo farò) nemmeno per un secondo che mi stesse parlando di cose che non avesse ella stessa controllato, analizzato, confutato e rivoltato come calzini almeno un centinaio di volte. Perciò, contro la mia stessa paura, e i miei demoni, e timori, e tentativi di autoboicottaggio, sì, le ho detto, con tutto il cuore.
- CONOSCENZA. Poi ho anche studiato la faccenda. Non ha nulla di illegale, nè di truffaldino, a parte un’ipotesi un po’ balzana: e cioè, che a un certo punto la rete si “esaurisca”, il che è semplicemente folle: vorrebbe dire aver cambiato la mentalità e l’economia globale. E questo non mi pare plausibile. Quindi in sostanza chi accusa questi movimenti di essere un’idea criminale accusa chi ci entra, nella migliore delle ipotesi, di essere un fesso inconsapevole al servizio di truffatori (ma chi?), nella peggiore, di essere egli stesso in mala fede: abbandonando al proprio servizio i malcapitati entrati per ultimi, che si trovano fregati. Ma, come dicevo, moltissimi ci rientrano, il che è testimonianza di una certa “buona volontà” nel non voler abbandonare gli altri “fratelli”, ma di voler continuare a sostenerli, reinvestendo nella rete. “Noi ci arricchiamo tutti insieme”, ricordate? Nessuno viene lasciato col culo per terra: una cosa a cui non siamo abituati, talmente tanto… che quasi non possiamo far a meno di osteggiarla. Non mi limito a mettere la mia mano sul fuoco su quanto ho scritto fin qui: posso testimoniarlo, e dire con assoluta certezza che è tutto vero e verificato.
- RETE. Ho parlato spesso alle mie gruppiste del senso del gruppo, e anche qui: le belle energie che si mettono in rete si alimentano l’un l’altra, s’influenzano e si sostengono, in modo esponenziale, non additivo. In questa rete solidale, non a caso, chi ci finisce ha generalmente un modo di vedere le cose diverso dalla massa, o in via di cambiamento: ci si dona con fiducia e apertura, ci si aiuta e sostiene l’un l’altro. Si conoscono persone “come te”, che hanno sogni come i tuoi, e anche più belli dei tuoi; che hanno vite, storie, di una tale bellezza dentro che traspare dagli occhi: quella bellezza che non capita di vedere negli occhi di tutti. Oh, perché lo sappiate: qualche furbetto, che pensa ai soldi e basta, ci entra sempre. Ma lo metti in conto: lo guardi con un sorriso un po’ di compassione, un po’ di tenerezza; lo stesso sorriso che vidi in faccia a un mio caro amico quando, scopertosi tradito in modo orribile, plateale e indegno, da un cosiddetto ex migliore amico, sorrise triste dicendo “E’ solo un poveretto. E’ il suo diavolo, capite? Ogni diavolo è solo un povero diavolo. Un fallito: non si può provare altro che pena e compassione per un essere così“. Era sincero; una lezione di vita e signorilità che non dimenticherò mai.
- LAVORO. Sapevo di avere qualcosa su cui Lavorare, e questo sarebbe stato un banco di prova notevole: un conto è Lavorare in cerchio, arrabbiarsi ora con mamma, ora con papà, sfogarsi su un cuscino e urlare come disperati tutta l’incazzatura compressa in corpo. Dire “Farò questo, farò quello; sarò più bravo, lo prometto”. Un’altra è farlo davvero. Il Lavoro, quello serio, lo si fa nel quotidiano, e avere intorno gli occhi dei tuoi compagni di via pronti a rimandarti “Occhio, che stai rifacendo, per l’ennesima volta, questo. E’ l’occasione buona per cambiare…” no, signori, questo non ha prezzo.
- Last but not least, perché se te la sudi e lavori, l’ABBONDANZA è una leva che non si disdegna affatto, e non sporca di un milligrammo il Lavoro interiore: ne è, semmai, lo specchio, la prova del nove. Una persona integrata, sana e matura sa sostenersi da sè, sa procurarsi in modo sano e maturo esattamente ciò che gli serve per fare ciò che deve. Memento: i soldi sono uno strumento.
È probabile che non sia l’approccio più gettonato, ma credete che me ne freghi qualcosa? Io quando sarò pronta a rendere l’anima a Dio voglio poter garantire di aver fatto tutto, ma proprio tutto, il possibile per essere una persona migliore; dell’operato degli altri, se ne occupino loro.
Come funziona una rete di microcredito solidale
Nel movimento in cui sono entrata io, quando entri la prima cosa che fai è una donazione, una cospicua donazione alla persona (o persone) che si trova in quel momento al centro. Una vera e propria donazione: non un finanziamento, non un acquisto (non ti vendono nulla), non una coercizione. Tu fai una libera donazione: sovvenzioni il sogno di qualcun altro.
A dirlo, sembra talmente folle e fuori di testa, secondo i canoni comuni, che non pare vero: tu prendi quei soldi, i tuoi soldi, quelli che ti hanno insegnato ad accumulare, mettere sotto il materasso (o il mattone, come Totò), a difendere come la cosa più preziosa al mondo (si uccide, per quei soldi)… e li dai via. Li regali a qualcuno affinché realizzi il suo sogno.
Però, curiosamente, quando li sperperiamo in beni superflui che non ci servono, quando alimentiamo il lavoro nero e minorile nel terzo mondo, quando finanziamo quelle lobby di cui sopra, che si reggono sulla schiavitù (ogni volta che acquistiamo da Amazon, ogni volta che entriamo in un’economica catena di abbigliamento, ogni volta… noi finanziamo le lobby. Per non parlare dei mutui. No, non ne parliamo)… dicevo, è curioso, quando quotidianamente finanziamo morte e schiavitù, questo ci sembra legittimo, normale. Innocuo.
Se facessimo il conto di quanti soldi buttiamo all’anno così, tremo al pensiero della cifra.
Già, questo è l’atto rivoluzionario: un’economia che non si basa sulla competizione, sul conflitto di interessi (perché il tuo interesse coincide col mio), sull’individualismo, su homo homini lupus. Si basa invece sul fatto che io posso essere felice, solo se lo sei anche tu; che il mio sogno si può realizzare, se si realizza anche il tuo. Sul dare, liberamente, come fosse una liberazione: dare a te, affinché tu sia benedetto. Con la fiducia, la speranza: ed è questo, il gesto disinteressato, che viene premiato poi. Economia del dono: si chiama così.
La mia amica, mia sorella, che mi ha portato dentro, sta ricevendo doni da pochi giorni. Ora il suo sogno si sta realizzando, e la cifra che ha “investito” nel movimento, facendo la sua donazione quando è entrata, le ritornerà moltiplicata per un considerevole multiplo. Qualunque cifra abbiate in mente, fate voi i calcoli: non c’è alcun inganno, è tutto vero.
La donazione è assolutamente legale e regolare, in quanto liberamente fatta nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali e con tanto di dichiarazione scritta: su questo non c’è il minimo dubbio. Nessuna fee a nessun altro. Va tutto sul conto della persona di turno. O meglio: del suo sogno.
Economia del dono: la mia esperienza
Ora vi dico com’è andata a me quel giorno: ero terrorizzata. Una parte del mio cervello continuava a dire: ma sei pazza? Ti metti a fare un bonifico, coi nostri sudatissimi risparmi, a un tizio? Per finanziare IL SUO SOGNO? Per tutto il tempo ho sudato freddo. Poi, una volta fatto, sono entrata in uno stato di quiescenza, simile a quello che mi prende quando, dopo una serie infinita di attacchi di panico, col passo del condannato a morte certa, mi siedo davanti al prof di un esame. E la calma scende su di me con un trenta e lode. Ecco, allo stesso modo, la calma mi scese addosso, e insieme ad essa una strana euforia: stavo finanziando il sogno di un altro; e non perché volevo poi tot volte quella cifra indietro alla fine del percorso. Perché davvero volevo farlo: la generosità autentica che ho saggiato in quel momento, quel dare disinteressatamente all’altro, facendo finalmente spazio a qualcun altro nel mio ingombrante onnipresente ego, mi ha dato un senso di sollievo, liberazione… una tale gioia che non si può descrivere. Quel che alcuni chiamano atto magico, credo sia stato questo per me: una trasformazione.
Un atto di fiducia, un tuffo: tutti siamo stati traditi da qualcuno. Da ciò abbiamo l’errata convinzione che tutto il mondo sia come quel qualcuno; persino noi stessi. Eppure la lealtà, l’onestà, l’affidabilità (secondo precetto del Gruppo) sono cose che ho giurato di impegnarmi a praticare: Lavoro è recuperare fiducia. Non in chiunque, perché non tutti sono degni di fiducia: quelli che la meritano, dimostrandolo coi fatti. Quelli che dicono una cosa, e poi la fanno.
Il movimento, se fatto in quest’ottica, da persone così (e le mie persone sono così) è un Lavoro di riconciliazione con la fiducia nell’altro: l’altro che c’è e ti aiuta. Ti sostiene. È lì con te, per te.
Autoboicottarsi: come i nostri demoni ci fanno infelici e scontenti
Ora, ciò detto, uno si chiederebbe: perché mai NON dovrei entrare in un movimento del genere anch’io? Perché la verità è che siamo schiavi, felici di restare alla mercé dei nostri diavoli. E per completezza ne enumero alcuni:
- L’INVIDIOSO. È nello stato, ahinoi, più comune al mondo. Egli è talmente tanto identificato con la sua parte fallita, che semplicemente non può tollerare il successo altrui. Deve calunniarlo, deve abbassarlo, infangarlo, deriderlo; distruggerlo, se può. Non è possibile che lui sia un fallito e tu riesca in pochi mesi a fare tot volte la cifra che avevi in principio: come ho già spiegato per filo e per segno qui, è una categoria di persone estremamente diffusa e riprovevole. Una categoria che, in qualche misura, abbiamo tutti dentro, che ci piaccia o meno. Almeno un paio delle persone a cui ho parlato di questo movimento hanno reagito così. Poverini.
- È ovvio che alcuni di loro sparlino di movimenti come questo, presentandolo in mala fede non sotto una luce razionale, ma puramente emotiva di rabbia e invidia; soprattutto senza averne fatto esperienza diretta come invece ve ne sto parlando io.
- LO SFIDUCIATO. Se è convinto che tutto sia male, che la vita sia una disgrazia (la sua per prima), che qualunque cosa esista per dargli il tormento, che nulla sia raggiungibile se non a costo di enormi e sanguinosi sacrifici, che cioè, anche fosse tutto vero questo, lui è un povero disgraziato che “non ce la può fare” per definizione, sennò come potrebbe seguitare nella recita? E perché mai dovremmo distoglierlo dalla perniciosa illusione? Se vuole morire (traggo a sproposito la definizione da G.I. Gurdjieff) “come un cane” addormentato, non possiamo impedirglielo. A questo genere di persone nemmeno bisognerebbe dirglielo di questi movimenti; ma volendo tentare lo stesso… fate pure, con ovvio esito.
- IL DIFFIDENTE. È una sfumatura più malevola, e meno depressiva, del precedente (lo sfiduciato non crede in se stesso; il diffidente negli altri. Ma alla radice sono uguali): è convinto che tutti siano lì per fregarlo. Soprattutto se tirano fuori l’argomento soldi. Se si tratta di soldi, c’è sicuramente una fregatura: il “non ho soldi” è una pratica scusa, ma il tono, l’energia con cui vien detto sono molto espliciti a riguardo. Lo sappiamo che siamo stati traditi tutti, ma loro sembrano convinti di essere gli unici, e perenni: non si accorgono di accordare fiducia a criminali incalliti, quando non dovrebbero, ritrovandosi ovviamente fregati; fanno poi i difficili con chi gli porge veramente la mano, perdendosi l’occasione. Riescono perciò a confermare bene la loro idea di tradimento globale. Cosa buffa: si fidano ciecamente delle favole convenzionali citate a principio di post. Traete voi le conclusioni.
- IL COMPLOTTISTA. Tra tutti, è forse il più simpatico: è quello che ti fa i calcoli matematici, che ti dice, con matematica precisione, perché questo genere di movimento, secondo i suoi calcoli, è un’opera criminale: perché prima o poi la popolazione terrestre sarà finita (saturazione), e gli ultimi che entrano possono restare fregati. È un’eventualità, come dicevo, non solo remota ma, per la natura stessa del movimento, impossibile: non si lascia nessuno col culo per terra, ricordate? Io vedo coi miei occhi il senso di responsabilità di chi ha portato i miei amici in questa rete, che pur essendo uscito continua a seguirle, e loro stesse nell’aiutare gli altri: il movimento può avanzare in pratica, se tutti quanti avanzano tutti insieme, facendo ognuno la loro parte.
Il denaro è una forma condensata di energia: non può “piovere” dall’alto. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: prima legge della termodinamica. Questi movimenti non fanno eccezione: i soldi, te li devi guadagnare. Col tempo e le energie da dedicare a parlarne con gli altri: è la sua natura; per cambiare il sistema, va portato tra la gente, se ne deve parlare, lo si deve testimoniare. Va fatto conoscere, va contagiato, come fosse un virus; un’idea. Il cambiamento costa fatica, sempre; l’importante è che sia uno sforzo consapevole.
Se ci credi in un’economia alternativa, se credi nella comunità come cura e antitesi dell’individualismo spinto, non è difficile, non è una maledizione, uno sforzo: è un desiderio quello di parlare del tuo entusiasmo agli altri. E non tutti: quelli in cui hai più stima, quelli che credi davvero possano capire, giovarne, contagiare a loro volta altri. Quelli con cui avresti piacere di far quel percorso insieme. Quelli che possono trarne vantaggio e nutrimento: è un dono che gli fai parlandone, non una richiesta per trarne profitto. Ma poi: ci metti la faccia. Vi sembro una che scommetterebbe la sua faccia con amici di una vita per quattro spiccioli?
Quel che il complottista non “calcola” è che chi entra in una rete del genere (salvo alcune eccezioni) non lo fa per lucrare, per “fregare” quelli che vengono dietro: lo fa perché vuole cambiare il mondo, e si assume la sua parte di responsabilità. Non a caso molti dei partecipanti una volta ricevute le loro donazioni anziché uscire decidono di rientrare, ricominciare tutto il percorso: è un restituire, capite? E’ un ringraziare il movimento stesso reinvestendo ciò che hanno guadagnato, ricominciando daccapo. Chi vuole fregare chi, allora?
Vi dirò di più; tra noi amici, ci diamo una mano: non tutti conoscono molte persone, e non tutti sono bravi a parlare. Non tutti conoscono persone in grado di capire, e di non cedere agli autoboicottaggi di cui sopra: allora, come in una vera comunità, ci si dà una mano l’un l’altro. Dove non arriva uno, arriva l’altro, ti da una mano. Se non è grandioso e rivoluzionario questo, ditemi voi cosa può esserlo. Un’esperienza così ti trasforma per la vita. Una rete solidale è gioco di squadra: io sono felice solo se lo sei anche tu.
- L’IMMATURO. Questa è una categoria che potrebbe anche entrare, pretendendo, appunto, che gli altri si prendano l’incarico di “badare” a lui, povero inetto. Può coincidere con lo sfiduciato di cui sopra. Oppure prima dice che entra, poi si ritira all’ultimo: appunto, è immaturo. Anche nella vita, ovviamente.
- L’IMMOBILE. Lui non farà mai nulla; rimane bloccato da eterni dubbi, dall’analisi ossessiva di tutti i dettagli e le variabili, col terrore della scelta sbagliata. Nel dubbio, perciò, sta fermo; e di conseguenza non può imparare, evolvere, nè trasformare nulla.
- L’AVARO. Anche questa è una sfumatura del diffidente, ma particolarmente espressa dal pensiero (in profondità): non voglio dare. Non voglio dare il mio tempo, il mio impegno, nulla a nessuno. È chiuso, offeso, in una posizione un po’ corrucciata, nell’angolo: siccome non mi avete voluto far giocare con voi, non voglio giocare con nessuno. Il guaio del non dare, è che ovviamente poi non ricevi: se non dai niente a nessuno, perché mai gli altri dovrebbero dare qualcosa a te?
La rivoluzione sono i sogni che si realizzano nel movimento
Sono molti i modi con cui ci autoboicottiamo, come vedete. Modi per impedirci di fare soldi, in modo onesto, rivoluzionario, ed evolutivo: ma vuoi mettere la soddisfazione di continuare a lamentarmi, dei soldi che non ho, delle difficoltà? Come potrei poi sentirmi uguale agli altri nella lagna, sfiducia e maldicenza? È confortante poter appartenere alla massa di poveri, lamentosi terrestri medi… Non credete?
Io preferisco l’abbondanza, l’impegno, la solarità di certi buongiorni che scambiamo sui gruppi; preferisco gli scambi di idee, ampliare le mie conoscenze, aprirmi con fiducia, recuperare fiducia nel prossimo, e soprattutto finanziare bellezza e speranza, in vece di guerre e pestilenze. I sogni che si realizzano nel movimento sono la rivoluzione: viaggi esotici, corsi di naturopatia, o università, lezioni di scuola alternativa nel bosco per figli amati e liberi, sostentamento in tempo di crisi evitando la schiavitù e altro ancora.
La cosa brutta di molte persone sfiduciate e diffidenti è che, oltre ad aver gettato la spugna, sono convinte nel profondo, che l’uomo non sia salvabile. Che in fondo la sua natura sia marcia, e non può elevarsi, non può avere lati puri, in luce. Immaginate quanto sia triste e penoso per queste persone vivere?
Se si crede nel Lavoro su di sé, si crede fondamentalmente che invece questa sia la Grande Menzogna, un facile alibi per evitare con se stessi di affrontare il vero argomento: che tu non vuoi essere felice. Non vuoi salvarti; non vuoi credere di poter essere una persona migliore, se solo ti ci impegnassi; non vuoi fare l’unica cosa che dovresti: cambiare. Non è che non puoi, non vuoi. Se lo ammettessimo, saremmo più sinceri. Bè, un movimento del genere ti mette a nudo davanti a questa realtà: ti lamenti dalla mattina alla sera, ma una volta che ti arriva in dono la soluzione, la rifiuti, perché in fondo non vuoi Lavorarci sui tuoi demoni. Preferisci una comoda presa per il culo, riempiendoti di letture dotte che ti spieghino la trasmutazione alchemica… evitando quella pratica: fare le cose.
Se aderisci a una rete di questo tipo, una volta fatto il dono, per farla progredire devi parlarne, devi crederci davvero; è scontrandoti materialmente con le tue difficoltà che le affronti, e tutti abbiamo gli stessi demoni, fidatevi. Avere a che fare con le persone è il demone di tutti.
Se non lo vivessi dall’interno in diretta, forse neanche io leggendo un resoconto del genere ci avrei mai creduto: ho finanziato il sogno di un altro; altri, tra poco, finanzieranno il mio. Come puoi non arrivare a credere che il mondo abbia un lato in luce, quando ti permetti di vivere un’esperienza simile?
La domanda da porvi, perciò, è: sapendo quello che sapete adesso, che se avete un sogno potreste in pochi mesi vederlo realizzato, siete sicuri di volerlo realizzare? Perché è tutto qui.
Se hai un sogno sei davvero sicuro di volerlo realizzare?
Questa credo sia la madre delle domande!
“Smetti di sognare ad occhi aperti, stai coi piedi per terra” Questo e’ stato il leitmotiv della mia educazione! Quindi diplomino da segretaria, posto fisso, stipendio ai limiti della sussistenza e via cosi’. Che la vita fosse un’altra cosa ci ho messo un po’ per capirlo, ma quando l’ho capito non ce n’e’ stato piu’ per nessuno! Ho intrapreso un percorso di crescita personale che mi ha fatto conoscere persone meravigliose e fra queste una che mi ha parlato del movimento dell’economia del dono.
Ed e’ proprio dicendo il mio SI’ a questo nuovo paradigma economico che ho potuto fare esperienza delle mie paure e toccare con mano quanto le nostre credenze rispetto al denaro siano autolimitanti e fondamentalmente sbagliate!
A chi si chiede se questo movimento funziona posso solo dire che io ho sostenuto il sogno di una persona e poi e’ stata la mia volta di ricevere sostegno per il mio sogno.
E vi posso assicurare che non e’ stato facile accettare l’idea di ricevere in dono del denaro da sconosciuti! Ho dovuto imparare a ricevere, ho dovuto “sentire di meritare” l’abbondanza!
E’ incredibile quanto il denaro sia impregnato di pensieri e considerazioni negative!
Sri Aurobindo diceva: E’ stato un gravissimo errore contrapporre il denaro alla spiritualita’, perche’ cosi’ facendo abbiamo permesso che la ricchezza andasse nelle mani di persone che l’hanno usata per distruggere il pianeta e la sua biodiversita’!”
Imparare a considerare il denaro un’energia “neutra”, ne’ buona ne’ cattiva, questa e’ la sfida che ci permettera’ di liberarci da tanti condizionamenti, rendendoci liberi e non piu’ ricattabili economicamente.
L’aspetto economico, pur importante, e’ quasi secondario rispetto al cambiamento e alla crescita personale che questo viaggio, perche’ di un viaggio si tratta, ci fa fare.
Si entra in un modo e si esce persone diverse, migliori e piu’ consapevoli.
E secondo me questo e’ il vero significato della formula alchemica di trasmutare il piombo in oro
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Quanta verità …..anche sul fattore del denaro ….che ci ha reso schiavi in questa società cieca e ingorda ….sono davvero felice di essere entrata in questo gruppo ,….per realizzare sogni e per credere in un cambiamento … Lo cercavo da tempo un cambiamento positivo per questa umanità …ed è arrivato quando meno me lo aspettavo ,….grazie presenze di luce …e che la luce emploda nei cuori dei sognatori e nei uomini/e donne liberi da ogni schiavitù ,….namastea grazie luce e grazie drem ❤️
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❤️🙏😊
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Ciao,mi chiamo Maurizio,ti seguo da un po’ a riguardo di questa economia di cui parli,mi ha catturato subito come ti esprimi i tuoi contenuti e i tuoi occhi.
Vengo al dunque…. recentemente sono uscito dall’economia del dono ,e sono rientrato nella mia pace interiore ,un senso di liberazione riacquistato.Ho perso dei soldi ma ok,era contemplato e accettato e sottoscritto…. quello che mi ha risvegliato è stata la pressione che a un certo punto si è manifestata nei miei confronti , esercitata a senso unico senza il mio consenso dalla figura dell’acqua,la quale ha chiamato a supporto una certa donna che ha un ruolo specifico nella rete, esaminare il grado di lavaggio del cervello,in questo caso il mio,e alla fine dare la ricetta o penitenza,di partipazione di almeno 3 zoom tra chispero e nutrizoom vari, insomma, è stata la santa inquisizione!!!Ho contrastato in live zoom tutta questa scena in mio favore,avevo la triade e il supporto esterno davanti, più una coppia nuova un po’ sottomessa e acerbi della cosa.Ho fatto presente che a questa prevaricazione non mi trovavo d’accordo,e i continui buongiorno ogni giorno non erano altro che richieste di feedback x vedere il punto di cottura.
Ho fatto delle indagini personali,che tutti possono fare se capiscono cosa cercare,beh quello che sembrava non lo è, insomma è si una economia circolare ma con la punta.Quello che dico lo posso provare , adesso non mi dilungo ma se credi potrei andare avanti.
Scrivi benissimo ciò che senti e vivi ,mi dispiace per la tua perdita in questo momento e ciò che ti comporta nella tua vita,cmq sia, grazie.
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Ciao Maurizio
Grazie del tuo commento..dissonante.
Posso scriverti in pvt?
T lascio il mio
angela.fraz@gmail.com
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MI DISPIACE PER LA TUA ESPERIENZA NEGATIVA, ANCHE IL TELAR E’ FATTO DI PERSONE E COME FUORI NON TUTTE SONO LEALI. IO STO VIVENDO UN PERCORSO FANTSTICO
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Ciao Maurizio.
Mi dispiace per la tua esperienza.
Io invece, molto poco fiduciosa per via dei social, mi sono ritrovata in un‘esperienza a dir poco idilliaca. Ho donato e ho già ricevuto tutto ciò che potevo augurarmi nel primo passaggio di „nave“.
Ora sono prossima all‘abbondanza e ti assicuro che ogni giorno i. Questo movimento é per me una benedizione.
Mi ha cambiata tanto, ho conosciuto persone fantastiche che hanno sciolto tanti miei dubbi, nodi e mi hanno aperta a nuovi paradigmi.
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Grazie mille Chiara per la tua preziosa testimonianza 😊🙏
Per parte mia posso dire che è davvero un viaggio prezioso: ho appreso moltissimo, sono cambiata. Ora sono Acqua, sto per ricevere nella mia nave ed è un’esperienza davvero incredibile
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grazie per questa chiara e lucida esposizione del movimento 🙂 almeno chi cerca in rete non trova solo annunci urlanti pieni di inesattezze e superficialità.Buona tessitura
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Ciao, che bellissimo articolo! Una soffiata coi fiocchi ❤
Sono vento in un mandala suddiviso tra Veneto e Sicilia, ma al momento la mia linea si è fermata: facciamo difficoltà a trovare fuochi.
Conosci qualcuna che vuole entrare in un telar e allargare la rete con noi? Siamo del lignaggio Abracadabra con completezza in 28 giorni.
Grazie mille, buona tessitura.
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Intanto un buongiorno per tutti….
Non voglio intromettermi in uno spazio che non mi appartiene,e con tutto il rispetto,non credo che Angel usi il suo blog per ricavarne vantaggi personali di avanzamento o altro su un suo percorso che è solo suo.. personalmente lei merita il nome che porta perché è pura.
Per quanto riguarda la sostanza di quello che dici e proponi, sinceramente capisco benissimo quello che stai provando,ti vorrei dire tante cose ma credo le scoprirai da solo…buona fortuna .. ciao
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È tutto vero Brava 🙂
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ciao io sono entrata da poco in questo movimento e sono in cerca del mio secondo fuoco per completarmi…..c’è qualcuno di voi che vorrebbe realizzare un sogno?? Lo facciamo INSIEME
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COMUNQUE COMPLIMETI PER L’ARTICOLO E’ SCRITTO BENISSIMO
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Grazie 😊❤
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Sono in un telar da molto, proprio oggi abbiamo la cerimonia di giro e diventerò terra! Felicissima di aver dato il mio sì!!
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m’incanto a leggerti
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Se le mie parole fanno stare bene, vuol dire che le ho usate bene.
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Senza ombra di dubbio, riesci a dosare leggerezza, poesia ed umorismo per far arrivare concetti diversamente, spesso non facilmente assimilabili. Hai un grande talento
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Grazie, davvero. M’impegnerò ad affinarlo 😊🙏
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Grazie Angela! Sono entrata da poco in un Telar e ora è il momento di soffiare sulle nuove scintille testimoniando questa realtà di abbondanza materiale e spirituale ed offrendo loro una meravigliosa possibilità. È un viaggio nella fiducia e le tue parole saranno preziose. Mi permetterò di condividere questo tuo articolo e la tua testimonianza perché davvero tratta l’argomento a 360 gradi con grande limpidezza ! Grazie grazie grazie
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